Papa
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: al di là dell’evento mediatico e del business
che, come sempre serpeggia dietro fatti che dovrebbero stare lontani anni
luce dal dio denaro, vorrei sottolineare l’importanza storica di queste due
figure. Due uomini che si discostano da tutto quello che siamo soliti sentire
riguardo la Chiesa sinonimo di potere, corruzione e denaro sin dal lontano
Medioevo. Due uomini semplici, schivi che hanno lottato con la gente e per la
gente.
Giovanni
XXIII, al secolo Angelo Roncalli, eletto proprio per la sua estrema semplicità
e la sua età già avanzata. I lupi del Vaticano credevano di poterlo raggirare e
manovrare a loro piacimento, ma dietro quel sorriso e quell’aspetto così docile
si è mostrata da subito una figura decisa e forte. Il suo volere prese corpo,
in modo particolare, con il Concilio Vaticano II che, anche se portato a
termine dopo la sua morte da Paolo VI, si ispirò alle sue idee di apertura e
modernità: avvicinamento alla laicità, dialogo con altre religioni cristiane,
abolizione della lingua latina per le liturgie. Il suo atteggiamento troppo
aperto diede inizio a ciò che lui stesso definì “solitudine istituzionale”,
poiché abbandonato dalla Curia, molto più conservatrice ed intransigente.
Il periodo storico in cui operò il Papa
buono non era certo dei più semplici: il mondo era con il fiato in sospeso
perché si temeva la terza guerra mondiale. Erano, infatti, i giorni della crisi
missilistica di Cuba: ottobre 1962 Kruscev “parcheggia” 42 ordigni nucleari che puntano
dritti sull’America. La guerra fredda si stava trasformando in qualcosa di
molto più terrificante di quanto già non fosse. Immediatamente Giovanni XXIII
lanciò un radiomessaggio in cui supplicava
i Capi di Stato di non restare insensibili al grido di pace dell’umanità.
La reazione delle parti in causa non tardò ad arrivare. I sovietici offrirono
di ritirare i missili da Cuba in cambio della garanzia che gli USA,
rappresentati da Kennedy, non avrebbero invaso Cuba e ritirato i missili dalla
Turchia. Così fu e l’anno seguente, per favorire il disgelo con l’Unione
Sovietica, per la prima volta un comunista mette piede in Vaticano: il papa
accoglie, infatti, Rada figlia del capo sovietico Nikita Kruscev, con suo
marito Alexej Adjubei.
La
figura di Giovanni Paolo II non si discosta molto, almeno per quanto concerne
l’aspetto politico. È risaputo infatti che appena eletto si adoperò per i
tumulti che sconvolgevano la Polonia sbranata dal comunismo. Sostenendo la
figura di Lech Walesa e di Solidarnosc, lo aiutò a rivendicare i diritti dei
lavoratori, a far crollare il regime sovietico fino a diventare il primo
presidente polacco dopo elezioni libere.
Non sono credente e il Papa è per me solo un personaggio. Ma condivido il tuo pensiero. Papa Roncalli e Giovanni Paolo II sono state figure che univano nella loro semplicità un'enorme grandezza spirituale insieme con una grande determinazione.
RispondiEliminaBisogna aver fede nella fede.
RispondiEliminaMaurizio
è bellissimo un sogno una magia che irradia il cuore di fede
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