domenica 27 aprile 2014

L'Italia in odore di santità





Papa Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: al di là dell’evento mediatico e del business che, come sempre serpeggia dietro fatti che dovrebbero stare lontani anni luce dal dio denaro, vorrei sottolineare l’importanza storica di queste due figure. Due uomini che si discostano da tutto quello che siamo soliti sentire riguardo la Chiesa sinonimo di potere, corruzione e denaro sin dal lontano Medioevo. Due uomini semplici, schivi che hanno lottato con la gente e per la gente.
Giovanni XXIII, al secolo Angelo Roncalli, eletto proprio per la sua estrema semplicità e la sua età già avanzata. I lupi del Vaticano credevano di poterlo raggirare e manovrare a loro piacimento, ma dietro quel sorriso e quell’aspetto così docile si è mostrata da subito una figura decisa e forte. Il suo volere prese corpo, in modo particolare, con il Concilio Vaticano II che, anche se portato a termine dopo la sua morte da Paolo VI, si ispirò alle sue idee di apertura e modernità: avvicinamento alla laicità, dialogo con altre religioni cristiane, abolizione della lingua latina per le liturgie. Il suo atteggiamento troppo aperto diede inizio a ciò che lui stesso definì “solitudine istituzionale”, poiché abbandonato dalla Curia, molto più conservatrice ed intransigente. Il  periodo storico in cui operò il Papa buono non era certo dei più semplici: il mondo era con il fiato in sospeso perché si temeva la terza guerra mondiale. Erano, infatti, i giorni della crisi missilistica di Cuba: ottobre 1962 Kruscev “parcheggia” 42 ordigni nucleari che puntano dritti sull’America. La guerra fredda si stava trasformando in qualcosa di molto più terrificante di quanto già non fosse. Immediatamente Giovanni XXIII lanciò un radiomessaggio in cui supplicava i Capi di Stato di non restare insensibili al grido di pace dell’umanità. La reazione delle parti in causa non tardò ad arrivare. I sovietici offrirono di ritirare i missili da Cuba in cambio della garanzia che gli USA, rappresentati da Kennedy, non avrebbero invaso Cuba e ritirato i missili dalla Turchia. Così fu e l’anno seguente, per favorire il disgelo con l’Unione Sovietica, per la prima volta un comunista mette piede in Vaticano: il papa accoglie, infatti, Rada figlia del capo sovietico Nikita Kruscev, con suo marito Alexej Adjubei.
La figura di Giovanni Paolo II non si discosta molto, almeno per quanto concerne l’aspetto politico. È risaputo infatti che appena eletto si adoperò per i tumulti che sconvolgevano la Polonia sbranata dal comunismo. Sostenendo la figura di Lech Walesa e di Solidarnosc, lo aiutò a rivendicare i diritti dei lavoratori, a far crollare il regime sovietico fino a diventare il primo presidente polacco dopo elezioni libere.

Non di meno la sua apertura si è manifestata nel dialogo interreligioso, nel far avvicinare i giovani al mondo cattolico, nell’incontrare capi di stato lontani dal mondo cattolico come Fidel Castro, nel rivalutare figure che la Chiesa aveva condannato, come quella di Galileo Galilei durante uno dei pochissimi esempi di incontro fra teologi e scienziati. Un episodio significativo della sua vita, ben impresso nella mente di tutti noi è l’attentato da parte di Ali Ağca: due colpi di pistola mentre era sulla papamobile e la conseguente visita in carcere, due anni dopo, che resta misteriosa, almeno da un punto di vista del dialogo. Nessuno ha mai saputo cosa si sono detti.

 La sua lunga malattia ed il corpo sofferente che, malgrado tutto, si trascinava in occasione della via crucis in diretta mondiale resterà uno dei ricordi che la gente porterà con sé e che ha contribuito alla richiesta a gran voce di “Santo subito”.

La mia piccola interpretazione delle due figure vuole essere soltanto un omaggio a due persone che, pur facendo parte di un mondo tutt’altro che trasparente, che ha seminato morte e dolore nel corso della storia, hanno rappresentato qualcosa di diverso. Se siano santi o no, né se sia corretto che il mondo “umano” debba loro conferire questo titolo, non lo so. Sono un’umile peccatrice.

Giulia Bolle

3 commenti:

  1. Non sono credente e il Papa è per me solo un personaggio. Ma condivido il tuo pensiero. Papa Roncalli e Giovanni Paolo II sono state figure che univano nella loro semplicità un'enorme grandezza spirituale insieme con una grande determinazione.

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  2. Bisogna aver fede nella fede.
    Maurizio

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  3. è bellissimo un sogno una magia che irradia il cuore di fede

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